LA LIBERTA' CHE GUIDA IL POPOLO - Delacroix

         
1830. Olio su tela, 235x260 cm
Parigi, Museo del Louvre
L’opera è stata realizzata per celebrare la rivoluzione del luglio 1830 (Le “Tre Gloriose Giornate”) e ricordare la lotta per la libertà dei parigini.
I riferimenti formali a La zattera della Medusa di Géricault, di un decennio prima, sono evidenti, specie nella composizione piramidale, nella disposizione dei due uomini in primo piano riversi, fino al particolare realistico del calzino sfilato del caduto di sinistra.
Alla perfezione anatomica che conferisce imponenza a ciascuno dei personaggi sulla zattera, però, si è sostituita la massa indistinta del popolo, senza connotazioni fisionomiche particolari. Ciascuno poteva, in tal modo, rivedersi o immaginarsi fra la gente che aveva combattuto per il bene del proprio paese.
Delacroix ha unito le varie classi sociali nella lotta comune: ci sono il popolano, il militare e il borghese (l’uomo con il cilindro, probabile autoritratto dell’artista). Il fumo degli incendi e degli spari e la polvere sollevata dagli insorti lasciano immaginare l’esistenza di un qualcosa anche dove ci è impedito di vedere (altra gente, altre situazioni, atti d’eroismo). Le torri gemelle della cattedrale di Notre-Dame, sulla destra, stanno a suggerire la collocazione geografica dell’avvenimento.
Sulle barricate una donna con il berretto frigio (copricapo morbido con una punta piegata in avanti, assunto come simbolo dell’idea repubblicana dai rivoluzionari nel 1789. I Romani lo facevano indossare dagli schiavi liberati: da allora fu considerato simbolo di libertà) e a seno scoperto, la Libertà, stringendo nella destra il tricolore e impugnando con la sinistra un fucile, incita il popolo a seguirla. Essa viene verso di noi, seguita dalla gran massa degli insorti, e ci esorta a partecipare.
Il personaggio principale del racconto pittorico, la Libertà, costituisce il primo tentativo di proporre un nudo femminile in abiti contemporanei, in quanto il nudo veniva solitamente accettato dal pubblico e dalla critica solo se giustificato dalle rappresentazioni mitologiche o della storia antica. Delacroix superò le loro reticenze attribuendo alla fanciulla la funzione allegorica della libertà. Si suppone che la fonte iconografica per la realizzazione della fanciulla a seno nudo sia stata la statua ellenistica della Venere di Milo, scopertsa nel 1820 ed esposta al Louvre l’anno successivo.


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