MONUMENTO FUNEBRE A MARIA CRISTINA D’AUSTRIA
Antonio Canova, 1798 – 1805. Vienna , Augstinerkirche

Sul lato destro, a osservare la commovente processione, sta il Genio funerario alato che si appoggia in sconsolato abbandono a un leone accovacciato, silenzioso guardiano dell’ingresso. A ricordare la defunta vi sono un’iscrizione dedicatoria posta sopra la porta e un medaglione in rilievo con il ritratto in profilo incorniciato da un serpente che si morde la coda, arcaico emblema dell’eternità, portata in volo dalla Felicità Celeste cui va incontro un genietto alato che porge un ramoscello di palma.
In quest’opera Canova riesce a fondere assieme l’idea pagana e quella cristiana della morte, in una nuova e mirabile meditazione sul lento e ineluttabile procedere dell’umanità verso la soglia eterna. La presenza di personaggi giovani e vecchi sta a significare che la morte, secondo disegni a noi misteriosi, possa cogliere gli uomini di tutte le età.
Il tema della morte fu uno dei più sentiti nella cultura neoclassica, e non poche sono le affinità tra Dei sepolcri di Ugo Foscolo e i soggetti funebri di Canova. In particolare, i soggetti seguono due temi principali, quello del monumento civile ad un personaggio celebre, come il monumento a Vittorio Alfieri (1806-1810, Santa Croce, Firenze), e quello, più intimo, del ricordo di un familiare scomparso, come la stele di Giovanni Volpato (1805-1808, Sant’Apostoli, Roma).
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